giovedì 22 luglio 2010

Degradi passati, ma assolutamente attuali




Queste tre foto rappresentano ciò che rimane di un anno di "lotte" identitarie e non conformi. Serate intere passate a tappezzare la città di manifesti d'ì Donze e d'ì Torse o d'iddegrado e sull'insihurezza e via dicendo.

Viareggio: dedali e dissidenti cubane


Il piddì con la elle ha messo su una specie di scuola di partito per i "giovani di destra"; molto spesso, per le note proprietà antiage dell'"occidentalismo", i giovani del piddì con la elle restano parte della categoria fin verso i quarantasei anni; altrimenti si potrebbe anche parlare di doposcuola di partito.
Il "Giornale della Toscana" fa un po' di pubblicità, nelle pagine interne, all'iniziativa e la correda con la foto di un noto diplomato che negli ultimi anni ha inanellato una serie di pubbliche disavventure capaci di stroncare chiunque non avesse la fibra di uno sparring partner. Violentemente impopolare a Firenze, in meno di dodici mesi è stato picchiato, contestato e multato. Per giunta i fotografi di via Cittadella gli hanno riservato un trattamentino di tutto rispetto, ritraendolo col capolavoro d'espressione qui visibile.
La presentazione di questo Dedalo, ennesimo cambio di nome per una convention che in buona sostanza insegna a fare "politica" allagando redazioni e mobilitando claques, sorvola pudicamente sullo stato del piddì con la elle: emorragia inarrestabile di militanti e di organizzatori, crollo dei tesseramenti, sedi chiuse a caterve, voces clamantes in deserto e tutta la serie di eloquenti scambi di cortesie tra valvassori in presenza di una gleba delusa e rassegnata.
Tra le iniziative in programma la presenza di Achille Totaro -con quale ruolo non si sa, dei bagni di folla che ne accompagnano le uscite pubbliche ci siamo già occupati-, quella di Ignazio Benito Maria La Russa -le sue passeggiatine con l'ordinanza nuova in una pietraia afghana blindata costano, per il 2010, un miliardo di euro- Carlo Fidanza -stranissimo caso di parlamentare europeo sul cui sito spicca lo slogan "Europa da buttare"- e ad altra varia umanità, pressoché per intero composta da personaggi governativi.
La gazzetta specifica una sola eccezione. Tale Gordiano Lupi dovrebbe nientemeno che "realizzare un collegamento telefonico da Cuba con Yoani Sanchez".
Su questo curioso personaggio dell'anticastrismo mediatico più patinato -che si parli de L'Avana o di Tehran, di Pechino o di Rangoon i tempi in cui i dissidenti avevano un aspetto fumoso e scarmigliato, vivevano in esilio in una soffitta parigina campando a traduzioni e andavano avanti a tè e pane secco pare siano finiti, o almeno così hanno decretato l'audience e gli sponsor- è stato detto e scritto quanto basta per diffidarne profondamente. Gordiano Lupi però se ne intende perché è il traduttore del blog della Sanchez.
Cercando in rete si trova in pochi secondi anche un altro dei settori in cui Lupi è particolarmente versato. Questo.


Gordiano Lupi – SEXY MADE IN ITALY – Le regine del cinema erotico degli anni Settanta – Profondo Rosso, 2007 – Pag. 300 – Euro 25,00 – Filmografie, foto e curiosità.

Gentilissimo, Kultvirtualpress ci spiega che "Sexy made in Italy è la diretta continuazione de Le Dive Nude, completa il quadro dopo Gloria Guida e Edwige Fenech analizzando la carriera delle più popolari attrici del cinema italiano degli anni Settanta. Tutte le protagoniste dei sogni erotici di un’intera generazione".

Da lì si parte e lì si arriva, come da copione.

martedì 20 luglio 2010

Firenze: Achille Totaro e Giovanni Donzelli in un caldo luglio da diplomati

Luglio 2010. Il piddì con la elle è al potere incontrastato da due anni e pare aver esaurito ogni spinta propulsiva. Unica promessa elettorale mantenuta, e ci voleva poca fatica, la guerra senza quartiere ai mustad'afin.
Il problema è che i mustad'afin, complice una situazione economica sulla quale non ci sono né la volontà né gli strumenti per intervenire, stanno diventando la maggioranza della popolazione peninsulare e questo ha imposto anche a frange solitamente dedite ai maccaruna e al mandolino di chiedersi per quale misterioso motivo nessuno abbia più un soldo in tasca e perché un paio di generazioni vivano letteralmente alla giornata nella più totale indifferenza di quelli con la cravatta che fanno finta di occuparsi del bene pubblico.
Ultimo frutto del securitarismo d'accatto che ha fatto la fortuna della racaglia "occidentalista", la sovrana presa in giro della "tessera del tifoso", una versione riveduta e corretta -ovviamente in peggio- di quelle tesserine per indebitarsi che hanno prodotto tra gli amriki diversi milioni di senza tetto. Se non fosse tutto vero, al punto che perfino quelli del pallonaio, di solito stabili sulle posizioni dell'"occidentalismo" più remissivo ed ibne nel senso che il vocabolo ha in lingua turca, non nascondono il loro malumore in proposito, ci sarebbe da pensare che la realtà peninsulare sia qualcosa a metà tra il dispetto e l'incubo.
Le volte che il politicame "occidentalista" fa finta di calarsi in mezzo ai sudditi, i risultati sono talmente controproducente che perfino il gazzettame più servile non riesce ad astenersi dall'ironizzare. L'edizione cartacea del "Corriere della Sera" pubblica il 16 del mese un paio di articoletti di fondo.
Donzelli, patente scaduta (e ritirata) - Il consigliere del PDL fermato mentre parlava al cellulare guidando. M.F. racconta con un registro insolitamente ironico come Giovanni Donzelli, un diplomato che da qualche mese scalda una poltrona meglio foraggiata di quella che scaldava prima, sia incappato nella doppia seccatura di una scorciata dei "punti" a disposizione per aver parlato al cellulare durante la guida, e nel ritiro del documento che si era dimenticato di rinnovare. A giustificativo avrebbe accampato un guasto dell'auricolare.
Questo auricolare è un accessorio che nei primi mesi della sua disponibilità veniva adottato con entusiasmo da quegli "occidentalisti" abituati a misurare il proprio valore sulla base di un miserabile mascheramento da efficientismo aziendale fatto di arnesi pseudotecnologici e di stracci cravatteschi. La moda è durata lo spazio di un mattino per due motivi; il primo è che la costante reperibilità telefonica è un qualcosa che si chiede più ad uno schiavo da comandare a piacimento che non a qualcuno cui siano accordati una sia pur minima discrezionalità o potere decisionale; il secondo è che l'uso dell'auricolare, con microfono annesso, dà agli astanti esattamente la sensazione che chi li usa stia parlando da solo, rendendolo in contesti socialmente normali (ovviamente quelli "occidentalisti" non lo sono) oggetto di meritato dileggio. Il fatto che il diplomato di cui sopra affermi di utilizzare un apparato del genere dovrebbe gettare su di lui una luce tanto interessante quanto poco positiva.
La maldestraggine di Giovanni Donzelli comunque riguarderebbe soltanto lui, se non alluvionasse da anni gli uffici stampa pontificando su tutto e su tutti riempiendo il mondo di gente che aspetta soltanto un suo minimo passo falso per restituirgli il favore.

Nella foto, uno grasso di Scandicci.

La maldestraggine di Achille Totaro, invece, riguarda tutto un partito che oggi come oggi, specie a Firenze, con sostenitori come questo può davvero permettersi di fare a meno dei nemici.
Come i nostri lettori sanno bene, Achille Totaro non è solo un diplomato, ma è anche di Scandicci.
Ed è grasso.
Altri meriti non sapremmo ascrivergliene.
Contro Renzi l'anguria di Totaro - Centrodestra in piazza Strozzi per contestare il sindaco. V.M. ironizza meno del collega anche se il riferimento all'anguria non può non far garbatamente pensare alla forma ventris di quello grasso di Scandicci; la foto allegata all'articolo mostra un furgone tappezzato dei poster di cui si è già riferito ed Achille Totaro, quello grasso sulla sinistra.
Armata di parole d'ordine di un'inconsistenza disperante, la "opposizione di centrodestra" valutata da questo V.M. in 60 (sessanta) persone ha sentito questo signore grasso sì, ma pur sempre di Scandicci, inveire contro gli extracomunitari che "arrivano in città solo per commettere reati" (chissà se nel bel numero sono compresi anche gli amriki, extracomunitari a tutti gli effetti) e si è fatta un pezzo di anguria gratis insieme ad un fantasma di nome Guido Sensi.
Il tutto, introdotto da un tizio meno grasso ma pur sempre di Scandicci. Uno che si fa chiamare Gheri Guido, prima il cognome e poi il nome come a scuola, in caserma ed in galera. Uno che di mestiere fa sentire musica per radio e che l'altra sera pare si dimenasse(!) "al suono di una canzone di Vasco Rossi" ripetendo a gran voce di non aver paura di parlare del sindaco...
Non c'è da stupirsi se il piddì con la elle, primo partito della penisola, ha chiuso tutte le sedi fiorentine ad eccezione di una ed ha raccolto quest'anno, secondo la stessa gazzetta su citata, la bellezza di trecento tesserati.
A Firenze l'ultimo dei centri sociali è capace di raccogliere il doppio dei simpatizzanti in una giornata qualsiasi. Senza tessere, senza angurie e soprattutto senza imitazioni campagnole di qualche vascorossi già improponibile per proprio conto.

Ggggiooovinezze identitarie


Ggggiooovani, gggioovani, ggggiooovani fascistelli identitari e non conformi, sempre al servizio del padrone di turno, ma con rabbia e, soprattutto, con AMORE.

Perchè l'amore vince sempre sull'odio e sull'invidia. cit

Ancora su i'degrado, senza l'insihurezza


A rischio di essere ripetitivi, vi riproponiamo un altro assaggio di quel degrado non conforme, identitario e ribelle MADE IN CASAGGI'.

sabato 17 luglio 2010

Una nuova sede identitaria e non conforme, dopo la fuga da via Maruffi.....


E' estate, si bolle come non mai e noi, anzichè partire molto identitariamente per chissà dove per non tornare mai più, ce ne andiamo in giro per Firenze a sprangare chi ci sta sul culo e a fare scritte sui muri.

Questa qui sopra rappresenta un mirabile esempio di strategia propagandistica: si notano lo stile, la posizione accattivante dell'opera e la sua inconfondibile firma con l'immancabile croce celtica.
Una nuova sede quindi.... dov'è ancora non lo diciamo sennò arrivano i compagni cattivi cattivi con i loro presidi e con la loro voglia di dire la verità che, si sa, sono cose che proprio non ci appartengono.....

Abbiamo abbandonato via Maruffi da poco, distruggendo tutto quello che potevamo, muri, sedie e tavoli dato che il padrone di casa ( sì abbiamo dei padroni anche noi ) non ci rinnovava il contratto e voleha troppi sordi.
E infatti mica vi possiamo dire che ci hanno buttato fuori di casa, pardon Casaggì, altrimenti i'Torse che figura ci fa... DOBBIAMO NECESSARIAMENTE SOSTENERE CHE SIAMO IN TROPPI E CI SERVE PIU' SPAZIO, anche se è una balla colossale.

A presto, con rabbia e con amore, nuovi aggiornamenti identitari.

I'ddegrado senza l'insihurezza....



Due esempi di quel degrado (senza però troppa insihurezza) di cui ormai da diverso tempo siamo i protagonisti indiscussi nella città di Firenze.

I muri di Firenze. "Occidentalisti" da manifesto ed "occidentalisti" da scritta

Nel luglio 2010 una passeggiata per il quartiere fiorentino di Gavinana permette di apprezzare -o meglio, di disprezzare- due tra i livelli di dispiegamento della propaganda "occidentalista": quello partitico locale e quello dei servi della base.

La foto qui sopra ritrae un manifesto oggetto di presentazioni gazzettiere e, a detta della committenza, denotante un certo impegno documentale. Essendo la propaganda di questi mangiatori di maccheroni una tra le cose più distanti dalla realtà di cui abbiamo mai avuto contezza, le cose sono ovviamente andate in maniera del tutto opposta ed il manifesto del "fallimento Renzi" è finito attaccato sulle cantonate meno visibili. Se ne disprezzino comunque la grafica fracassona e l'inconsistenza delle istanze: "Aumenti tariffari, spese folli, traffico caos, buche eterne, sihurezza colabrodo, aeroporto bloccato" e soprattutto "cittadella viola svanita".
Degli aumenti tariffari non ci siamo accorti e delle spese folli neppure; il fatto di non trarre alcun reddito di posizione dalla frequentazione di greppie pubbliche probabilmente ci esime anche da quel clima di gelosie velenose che per quanto possiamo ricordare connota solo le classi femminili nelle scuole superiori e gli ambienti della politica istituzionale. Ragion per cui se proprio dovessimo citare una spesa folle, la prima che ci verrebbe in mente sarebbe il miliardo di euro con cui il governo dello stato che occupa la penisola italiana sta mantenendo migliaia di armati per contribuire all'occupazione dell'Afghanistan.
La situazione del traffico, in considerazione della meravigliosa prova che l'applicazione pratica delle logiche del libero mercato sta fornendo a tutti coloro che dal 2004 ad oggi si trovano a percorrere il tratto fiorentino dell'Autostrada A1, rappresenta uno di quei potenziali boomerang che il propagandista politicante dovrebbe maneggiare con la massima attenzione.
L'amministrazione comunale sta procedendo entusiasta nella militarizzazione della vita sociale secondo le direttive "occidentaliste" più ebefreniche, ed il rimando ad una sihurezza postulata colabrodo solo da questo manifestino suona più come uno riempitivo che altro.
Cosa volete che importi dell'aeroporto a gente per la quale un biglietto di treno -mezzo i cui utenti vengono sistematicamente presi in giro da decenni- rappresenta già una spesa da affrontare con attenzione?
E di quell'osceno fòmite di tresche, malaffari, accomodamenti e guapparìa chiamato pallone? Cui prodest una "cittadella viola", qualunque cosa sia? Il palloname e quello che ci vegeta sopra rappresentano dei circenses il cui appeal sta segnando il passo da anni, vittima da una parte di una mercificazione senza più alcun freno e dall'altra della militarizzazione del pallonaio reale e della tariffazione del pallonaio virtuale. Allargare ulteriormente il giro dei debiti, dei favorini e delle manovrine sottobanco di cui è irto l'ambiente interessa solo alla marmaglia "occidentalista", talmente palloneggiante, pallonistica e palloniera da aver candidato un ex palloniere, spedito sotto il sole di luglio a verificare di persona i progressi del restauro di un pallonaio.
L'"occidentalismo", a livello partitico locale, propaganda una weltanschauung fatta di controllo sociale paranoico e delatorio, di palloni, palloneggi, pallonisti e pallonate, e di consumi che solo una sempre più ristretta élite può pensare di permettersi. Il tutto mentre il piddì con la elle, cui si deve una comunicazione politica tanto efficace, vive invece una realtà quotidiana fatta di lotte a coltello, gelosie, pugni sul tavolo e tracolli veri e propri. Sedi chiuse, vertici locali decapitati dall'alto, vendette trasversali, pestar di piedi, piccinerie, litigi, commedie, capricci e piagnistei di ogni genere in un ribollire di fazioncelle, cene tra intimi ed altra roba del genere.
Detto in altri termini, si stanno ammazzando a coltellate.
Non che abbiano mai smesso, peraltro.
In tutto questo non c'è nulla che tocchi l'essenza della pratica politica "occidentalista", fatta di menzogne spudorate, di allarmismo da tre soldi e di un sordido e magnaccesco atteggiamento delatorio che fanno sì che un politicante "occidentalista" lasci dietro di sé una scia di sporco qualunque sia l'àmbito della vita pubblica in cui si arroga il diritto di intervenire.



Meno costretta al rispetto delle convenienze, la base riesce invece, com'è logico, a veicolare istanze anche più rivelatrici.
La scritta originale, fantasiosamente e maldestramente corretta da chissà chi, diceva "+ tette - zecche". Nel gergo "occidentalista" in voga tra i diciassettenni bocciati a scuola che disegnano svastiche sulle panchine, le "zecche" dovrebbero essere i militanti di "sinistra". A Firenze la situazione ed i rapporti numerici sono ancora tali che questo appellativo viene utilizzato esclusivamente sui muri o da prudentissima distanza di sicurezza, ed è dovere civico di ogni individuo consapevole fare in modo che la situazione non cambi; la scritta è tuttavia interessante perché mostra come la pur profonda condivisione di "valori" tra i buoni a nulla della base politica e gli scaldatori di poltrone dell'"occidentalismo" locale conti su una relativa specializzazione propagandistica e pratica; se un poltronista istituzionale si occupa pressoché a tempo pieno di pallone, nulla impedisce ad un imbrattatore di pareti di occuparsi di carne femminile.
Più in là non ci vanno, né all'uno né all'altro grado.
Le sedi disputate alla celebrazione di un terzo elemento unificante, essendo il quarto rappresentato dai maccaruna c'a'pummarola 'n coppa, sono invece democraticamente aperte ad "occidentalisti" di entrambi i livelli: selection at the door, privé solo soci e nomi in lista.

Di Firenze, di Casa Pound, di scuole e di caserme

Un post identitario e non conforme di qualche giorno fa.....


Il 26 giugno 2010 si è tenuto a Firenze un corteo per protestare contro la presenza in città di Casa Pound. Parteciparvi ha significato assolvere ad un piacevole dovere.
Come si ricorderà, Casa Pound è sostanzialmente una rivendita di magliette, cappellini e dischi con annessa mescita, come ce ne sono tante altre. A differenza delle altre, Casa Pound si rivolge ad un target simpatizzante di una destra che non si saprebbe bene neppure come definire, infoltito nel corso degli ultimissimi anni dalla blindatura dei pallonai in cui per decenni si è inneggiato alla violenza più ebete, inutile ed irritante. Alcuni dei clienti della boutique Casa Pound si sono presentati in alcune tornate elettorali all'interno delle liste del piddì con la elle.
L'estrema destra peninsulare non sta passando un buon momento: i partiti "occidentalisti" presenti nella camera alta e nella camera bassa, autentici fòmiti di incompetenza vociante, insultante, inutile e millantatrice, ne hanno saccheggiato le istanze senza il minimo pudore riducendone dunque la visibilità e l'appeal elettorale ai minimi termini, e al tempo stesso ne hanno prosciugato il bacino dell'elettorato attivo infarcendo le liste con qualsiasi scarto di sottoscala a disposizione.
I risultati, con i fan di Codreanu nei consigli comunali, sono sotto gli occhi di tutti.
Negli ultimi giorni di giugno 2010, anche la presenza territoriale toscana del maggiore partito "occidentalista", il piddì con la elle, sta letteralmente liquefacendosi. E' rimasta vittima di un repentino "rompete le righe" causato da un'istruttiva, eloquente serie di ripicche, piccinerie, veti incrociati, litigi e voci di corridoio perfetta espressione della mestruale avidità miope e cialtrona che caratterizza base elettorale, militanti, quadri, dirigenti ed eletti.
Dal punto di vista per loro fondamentale, quello dell'occupazione di più poltrone possibile, non è un grosso problema: le prossime elezioni sono lontane e basterà qualche mustad'af cui attribuire un po' di delitti efferati, un po' d'insihurézza e un altro po' d'i'ddegrado, per ristabilire intatte le posizioni. Non è certo sulla presenza fisica sul territorio -e tantomeno su qualche iniziativa utile e concreta- che gli "occidentalisti" fanno leva per i suffragi da trasformare in rendite.
Tutto questo potrebbe anche rendere i cortei contro la boutique Casa Pound sostanzialmente inutili; questa gente in fatto di autolesionismo raggiunge risultati tali che potrebbe benissimo fare a meno dei nemici. Tuttavia i cortei hanno una loro funzione perché permettono di rimettere le cose al loro posto: la forza dei numeri dimostra che una formazione sedicentemente dedita alla politica di piazza come la boutique Casa Pound gode al contrario di una visibilità mediatica molto, molto, molto superiore alla consenso concretamente riscosso. I già citati 44 (quarantaquattro) voti su 55000 (cinquantacinquemila) elettori racimolati in una pur inutile consultazione universitaria avrebbero già obbligato a cambiare carriera chiunque fosse dotato di minore faccia tosta.
La clientela della boutique Casa Pound si riconosce -e si candida- nelle formazioni "occidentaliste" responsabili della attuale carcerizzazione della vita sociale, praticando un "antagonismo filogovernativo" come solo lo stato che occupa la penisola italiana è in grado di produrre, stanti le irriferibili condizioni di una classe politica prefetta espressione dei sudditi. Il corteo del 26 giugno è passato davanti a due edifici, di cui si pubblicano le immagini. Uno è una caserma della gendarmeria, l'altro una scuola superiore. Telecamere, portoni sbarrati, bandiere, inferriate. Caserme come scuole, scuole come caserme. Indistinguibili l'una dall'altra ed indistinguibili dall'ingresso di un carcere; perfetto specchio dei tempi e del concetto "occidentalista" delle "istituzioni" sociali, cui i clienti della boutique Casa Pound dànno un contributo entusiasta.


martedì 13 luglio 2010

Casaggì e la questione di genere



Questa ennesima scritta che crea ancora una volta qu'ì degrado di cui tanto i nostri dirigenti si lamentano sempre, dimostra in poche ma coincise parole quale sia il nostro punto di vista circa la questione di genere; una cosa che, evidentemente, resta a noi completamente sconosciuta, insieme ad altre come , cultura, educazone e intelligenza, tanto per citarne alcune.

Ggggiooovani, gggiooovani, gggiooovani

Una foto (ebbene sì, ancora) di quel degrado di cui tanto ci lamentiamo in consiglio comunale co ì'Torse e che però la maggior parte delle volte siamo noi a creare.




Da notare che anche secondo un certo Adolf Hitler il proprio impero sarebbe durato mille anni e più......e noi alla fine siamo solo gggiooovani

Leggasi il testamento dello stesso Adolf:

[ADOLF] HITLER Ultime volontà e testamento
Anche se nel corso degli anni della mia lotta politica avevo sempre ritenuto di non potermi addossare la responsabilità di contrarre matrimonio, ho deciso, prima della fine della mia vita terrena, di prendere in moglie quella ragazza che, dopo tanti anni di fedele amicizia, è entrata di sua spontanea volontà in una città praticamente sotto assedio per condividere il suo destino con me. Questo ci ricompenserà entrambi per quanto abbiamo perduto nel corso di tutti gli anni in cui sono stato occupato a servire il popolo con il mio lavoro.
Quello che mi appartiene -seppure ha un valore- va al Partito. Se questo non esisterà più, va allo Stato, e se anche lo Stato dovresse venire distrutto, non saranno certo necessarie altre precisazioni da parte mia.
I miei quadri, raccolti nelle collezioni che ho comprato nel corso degli anni, non sono mai stati raccolti per fini privati, ma solo per realizzare una galleria nella mia città natale di Linz sul Danubio.
Che questo possa essere debitamente realizzato è il mio desiderio più grande.
Nomino mio esecutore testamentario il mio più fedele compagno di partito,
Martin Bormann.
Gli è conferita piena facoltà legale in merito ad ogni decisione. Egli è autorizzato a legare tutto ciò che ha un valore sentimentale o che sia necessario per il mantenimento di un tenore di vita modesto e semplice, per i miei fratelli e le mie sorelle, anche e soprattutto per la madre di mia moglie [1] e per i miei collaboratori fedeli che sono ben noti a lui, soprattutto la mia vecchia segretaria Frau Winter e gli altri che per anni mi hanno aiutato con il loro lavoro.
Io me e mia moglie - al fine di sfuggire alla vergogna della resa e della capitolazione - scegliamo per noi la morte. E' nostro desiderio di essere bruciati immediatamente, nel luogo in cui ho svolto la maggior parte del mio lavoro quotidiano, nel corso dei dodici anni trascorsi a servizio del mio popolo..

Dato a Berlino, 29. Aprile 1945, alle ore 04:00. (Sd.) A. Hitler
Come testimoni: (Sd.) Martin Bormann (Sd.) Dr. Fuhr
Come testimone: (Sd.) Nicolaus von Below.
[Sigillo] Adolf Hitler