sabato 22 gennaio 2011

Casaggì Firenze, l'Istituto Superiore Salvemini, le abituali menzogne, l'abituale malafede



Il 5 febbraio 2011 l'"occidentalismo" fiorentino ha in mente di realizzare l'autoreferenziale parata che viene messa in piedi ogni anno, sperando che qualche obeso ben ammanicato si degni di alzare il grugno dal piatto di rigatoni e venga a Firenze a passare benevolo in rassegna la servitù più volenterosa.
L'iniziativa ha come pretesto una farraginosa e parziale ricostruzione storica letteralmente intrisa di malafede e di suprematismo razziale; non è mai uscita dall'autoreferenzialità partitica ed il più delle volte in città si è scontrata, e si scontra a tutt'oggi, con un'impopolarità a tratti veemente.
E proprio ad un saggio di questa impopolarità, che per loro fortuna prende solitamente forme del tutto incruente, sono andati incontro alcuni valletti "occidentalisti" intenti a fare propaganda.

Questo il comunicato stampa in cui si frigna per i torti subiti.
Dal momento che riportiamo per intero materiale altrui, ci scusiamo per il ricorrere in esso di un vocabolo che indica comunemente lo stato che occupa la penisola italiana, e che in questa sede si ha la buona regola di non utilizzare mai dal momento che non è nostra intenzione suscitare disgusto nei lettori.
Torselli (PdL) e Scatarzi (Giovane Italia): “Studenti insultati dai professori mentre distribuiscono materiale sull’eccidio delle foibe. Solo a Firenze simili bassezze”
“Una relazione dei fatti sarà inviata al Provveditorato agli studi e al ministro Gelmini”

"Bassezze senza uguali che fortunatamente, o sfortunatamente per chi ama questa città, possono accadere solo a Firenze. Stiamo parlando di quanto accaduto questa mattina all'Istituto Superiore Salvemini di Firenze, dove alcuni studenti di quella scuola, militanti di Casaggì e della Giovane Italia, sono stati presi ad insulti e a male parole da un docente del medesimo istituto". Questo quanto dichiarato da Francesco Torselli, consigliere del PdL, e dal Presidente cittadino della Giovane Italia, Marco Scatarzi.
"I ragazzi stavano volantinando materiale informativo sulle foibe - spiegano i due esponenti del PdL -, in previsione del corteo cittadino che si terrà il prossimo 5 febbraio, quando questo docente si è scagliato contro i ragazzi insultando loro e di conseguenza quegli oltre 30.000 italiani che, in nome del comunismo e della dittatura titina, trovarono la morte in Istria, Venezia Giulia e Dalmazia dopo la fine della seconda guerra mondiale. Solitamente, a tenere questi atteggiamenti intolleranti e beceri sono gli studenti vicini alla sinistra radicale, ma questa volta il fatto è di ben altra gravità, essendo i protagonisti non dei diciassettenni infervorati dalla militanza politica, ma professori in piena attività nella scuola in questione. Il fatto è gravissimo e merita una condanna unanime di tutta la città, nonché un intervento diretto del Provveditorato agli Studi: non è accettabile sentire dei docenti insultare dei ragazzi ed invitarli ad andarsene da quella che è anche la loro scuola. Il professore in questione, purtroppo ben accompagnato da alcuni suoi colleghi non nuovi a questo genere di pagliacciate, ha addirittura ritardato l'orario di inizio delle sue lezioni, recando quindi un danno anche agli studenti assolutamente disinteressati alla diatriba, pur di restare in mezzo alla strada a schiumare rabbia contro i militanti di Casaggì e della Giovane Italia che, decisamente più maturi del docente, hanno proseguito in silenzio la propria attività”.
"La vicenda finirà sulla scrivania del Provveditore e su quella del Ministro Gelmini; - concludono Torselli e Scatarzi -: questo clima di intolleranza è inaccettabile, soprattutto se proveniente dal corpo docente. Con quale serenità i ragazzi potranno continuare a frequentare un istituto dove i professori si comportano in questa maniera? Devono forse andare a scuola col terrore di essere giudicati e bocciati in funzione del proprio pensiero politico? Crediamo servano delle risposte".
In fatto di bassezze senza uguali, prima tra tutte l'utilizzo abituale della delazione, l'"occidentalismo" in generale e Casaggì in particolare non sono secondi a nessuno. Il fatto che a Firenze gli "occidentalisti" pubblicizzino il ricorso alla delazione in ambiente scolastico è uno dei molti indici dell'esiguità del loro séguito, oltre che di una propensione generalizzata e condivisa a comportamenti vili e riprovevoli, considerati come valori positivi ed incoraggiati fin dalla prima adolescenza. Lo scorso anno Francesco Torselli campeggiò nelle gazzettine più condiscendenti per quasi una settimana, nell'àmbito di un'operazione delatoria che seguimmo nei dettagli.

Firenze: la Scuola Media Botticelli una foiba di quartiere? L'"occidentalismo" e la delazione come pratica politica quotidiana (link).
Firenze: le foibe alla Scuola Media Botticelli come palestra "occidentalista" per un linciaggio mediatico diversivo (link).
Firenze: foibe e Scuola Media Botticelli. Come l'"occidentalismo" costruisce un pretesto per la delazione (link).

L'occasione scelta da Francesco Torselli fu la distribuzione in una classe delle medie inferiori di un articolo -tra i milioni reperibili sul web- il cui autore si era dimenticato di riverire la vulgata con cui gli "occidentalisti" stanno da anni cercando di mettere la sordina alpressappochismo maccheronesco con cui i loro referenti politici dell'epoca trascinarono lo stato che occupa la penisola italiana in un'autentica tragedia mondiale.
Abbiamo motivo di ritenere che la popolarità delle istanze "occidentaliste" presso i docenti non abbia guadagnato gran che dall'iniziativa: nei contesti normali, e specialmente sul lavoro, i delatori non suscitano alcuna simpatia. Di qui l'accoglienza poco entusiasta ricevuta; gli insegnanti svolgono già per proprio conto un mestiere logorante e sempre più avaro di tutto, e gli "occidentalisti" di ogni estrazione non fanno gran che per nascondere il disprezzo che provano per l'intera categoria, capace di prosciugargli i bacini elettorali dimostrando che i libri non servono solo come fermaporte.
Torselli e Scatarzi omettono con cura di precisare quale "materiale informativo" stessero "volantinando" i "ragazzi". Fonti "occidentaliste", prima del cambio di registro di cui abbiamo già trattato, parlavano di "cinquantamila volantini freschi di stampa" e di turni per i volantinaggi, quindi è probabile che più che di "materiale informativo" si debba più correttamente intendere "propaganda per un'iniziativa di partito". Possiamo desumerne che il principale partito "occidentalista" operante nella penisola italiana affida a minorenni la propaganda delle iniziative programmate a livello locale. La cosa ha una sua coerenza: ai vertici del "partito" sembra che domini sovrana l'idea che ai minorenni, ed alle minorenni in particolare, spettino compiti di natura analoga. Così inquadrata, la reazione anche troppo composta del docente denunciato diventa ancora più comprensibile.
La cifra di "trentamila" per le vittime e i vittimi, citata nel piagnisteo stampa, non ha alcun fondamento al di fuori delle menzogne propagandistiche; se anche lo avesse, avrebbe rappresentato un prezzo senz'altro minimo per la cosciente e deliberata partecipazione ad una guerra che doveva ridisegnare la carta dell'Europa all'insegna del suprematismo razziale.
Il modo "occidentalista" di intendere le cose ha almeno il pregio della chiarezza: per chi si azzarda a disturbare la loro propaganda, o anche solo a contraddirla, c'è la delazione.
"Con quale serenità i ragazzi potranno continuare a frequentare un istituto dove i professori si comportano in questa maniera? Devono forse andare a scuola col terrore di essere giudicati e bocciati in funzione del proprio pensiero politico? Crediamo servano delle risposte".
La preoccupazione avrebbe anche qualche fondamento. O meglio, lo avrebbe se fosse espressa da ambienti in cui espressioni comeculturame cattocomunista ricorressero con meno frequenza. Gli "occidentalisti" devono comunque essere rassicurati. Stiamo trattando di una formazione politica cui sono abituali la delazione e l'affissione abusiva, dunque anche nel caso di un'interruzione brusca e traumatica del proprio percorso formativo, chi si riconoscesse nei "valori" e nella condotta di vita che essa reputa dignitosi non dovrebbe avere troppi problemi ad assicurarsi quanto serve ad un'esistenza ad essi conforme.
Una canottiera, una rivista pornografica ed un'insalatiera di plastica piena 'e maccaruna c'a'pummarola si possono avere in blocco per meno di dieci euro, il che significa che un "occidentalista" tipico può provvedere alle proprie necessità vitali ed identitarie -pallone televisivo escluso- con circa trecento euro al mese.
Una somma facilmente reperibile anche da chi non possa sfoggiare un cursus studiorum privo di cesure.

giovedì 20 gennaio 2011

Firenze. Il 5 febbraio 2011, i cialtroni e i conti in tasca a Casaggì

Il 5 febbraio 2011 qualche rappresentante del politicame "occidentalista" dovrebbe alzare il grugno dal tavolo del ristorante -se non le terga dal divano di un'altra tipologia di locale sì pressoché pubblico, ma meno nominabile- per passare in rassegna la servitù fiorentina.
Questa servitù ha combattuto con il consueto -e a suo modo eroico- sprezzo del ridicolo per qualche giorno contro l'indifferenza generale e contro l'apertissima ostilità di frange neanche troppo estreme dell'attivismo politico fiorentino: l'adunata annuale in cui si commemoranole vittime e i vittimi di una sconfitta militare prevedibile e cercata con ogni mezzo (e se la cavarono anche con poco: altrove c'era chi doveva affrontare la prospettiva del Piano Morgenthau) rappresenta l'unica possibilità, per quella irrilevante congrega, di serrare i ranghi e mostrare ai committenti quanti individui è in grado di disincrostare per qualche ora dai videogiochi e dallo streaming porno per motivi che non siano le pallonate, i pallonaggi, i pallonieri ed il pallone.

L'attivismo politico fiorentino nel suo complesso agisce sul territorio in modo incisivo e costruttivo, evitando per lo più di far capo a partiti istituzionalmente rappresentati. Nel corso degli anni è riuscito a costruire reti sociali pervasive e grosso modo funzionanti che gli riscuotono la silenziosa approvazione di molte persone, anche nei contesti sociali meno sospettabili. Non avendo da preoccuparsi di tornaconti elettorali e non dovendo servire nessuno, può fare a meno di produrre e diffondere propaganda ciarliera, menzognera e perentoria, irta di quelle pessime grafiche di cui le produzioni "occidentaliste" dànno spesso prova. Se ne vedano esempi quiqui e qui.
La mancanza di comprensione dell'"occidentalismo" verso questo tipo di contesto è totale ed assoluta e porta a mettere in atto comportamenti opposti, con risultati che in genere si rivelano logicamente disastrosi.
Nel caso specifico, la chiamata alle armi (colla da manifesti e pennellesse) di metà gennaio che abbiamo già indicato al disprezzo di chi legge ha fruttato innanzitutto ai suoi ideatori una reprimenda dai toni paternalistici ed umilianti. Alle fermate dell'autobus c'è posto solo per quelli che pagano. E quelli che pagano ci mettono di solito ragazze poco vestite, altro che manifestazioni. Sicché qualcuno si è sentito chiamato in causa e gli è toccato difendersi: una difesa impacciata ed inefficace preludio ad una vera e propria fuga.
Poi, si viene a sapere che qualcun altro l'ha presa ancora meno bene, e che ha denunciato per affissione abusiva -o roba simile- i pennellatori "occidentalisti". Risalire ai responsabili, indicati a piè del materiale diffuso, non dovrebbe essere impresa troppo difficile nemmeno per il più pasticcione dei gendarmi.
Constatare quanto successo non significa approvare lo stato di cose presente e la foia legalitaria sistematicamente diretta sempre e solo contro i mustad'afin che ha prodotto metastasi in ogni àmbito della vita sociale. Significa solo sottolineare che alcuni rappresentanti della categoria a cui è dovuto tutto questo, ossia dei mangiaspaghetti che per anni hanno insistito con cattiveria piccina e con meschinità quotidiana su certezzedellapena tolleranzezzèro giridivite degradensihurézza eccetera eccetera in simbiosi con la racaglia giornalaia con cui si alternano a darsi la volata e le imbeccate, proveranno prima o poi una dose industriale della loro stessa medicina.
La normativa sulla materia, anch'essa inasprita come tutte le altre da questa marmaglia in cravatta messa ai comandi di uno "stato" che crede a tal punto nel proprio "democratismo" da farsene addirittura esportatore, prevede ammende che vanno più o meno dai duecento ai mille euro. Abbiamo ipotizzato che Casaggì abbia affisso in una notte circa duemila manifesti. Nel caso procedessero in merito tutti coloro che hanno titolo per farlo, e nel caso si dovesse intendere ogni affissione come un'infrazione a sé stante, cosa di cui è capacissima la giurisprudenza da carogne tanto incensata da questi mangiatori di maccheroni, su una certa scrivania planerebbe alla fine un conto che vadai quattrocentomila ai due milioni di euro.
La faccia con cui i responsabili di Casaggì andrebbero in un simile caso a pietire benevolenza dai loro padroni è più facile immaginarla che descriverla.

Casaggì ha fino ad ora dato prova di una conoscenza del territorio pari a zero e di una cialtroneria raffazzonata che ha pochi eguali a livello locale. Non propriamente il massimo per compiacere la ciurma a cui deve obbedienza, e meno che mai il gazzettame tenuto a rivendere nel miglior modo possibile l'autoreferenziale piazzata di febbraio.
Meno male che l'attivismo politico fiorentino di cui tracciavamo per sommi capi il ritratto ha fatto in modo di prendersi carico della questione. "Il Giornale della Toscana" ha così potuto limitare i danni, e relegare tutta la vicenda ad un trafiletto in coda ad un articolo in cui si strepita per una scritta murale.
Non occorrono "mobilitazioni in trincea" o manipoli di eroi della carta da parati per fare una scritta sul muro. Bastano due minuti di tranquillità ed una bomboletta: e la visibilità mediatica ottenuta è stata in questo caso molto superiore a quella del nemico, di cui pure ha contribuito ad alleviare l'impaccio.
"Il Giornale della Toscana" prende otto paginette: una e mezzo per le pubblicità, ed almeno due di quotidiani rovelli palloneggianti e pallonistici su dei tizi vestiti di viola e in pantaloncini corti. Il resto fa da megafono all'"occidentalismo" più pedestre.
Nelle grandi occasioni, per esempio quando qualche palloniere viziato e vestito di viola pesta a sangue chi lavora onestamente, la "chiusura" del numero non costa troppa fatica. Altrimenti sono problemi. Ed è qui che, qualche volta, arrivano soccorrevoli sia le verità più ovvie che la mano dell'attivista che si fa un piacere di dar loro incarnazione.

Si noti il titolo, con un pro di cui è più che lecito dubitare che il titolista conosca l'origine latina; la manifestazione geologica che lo segue viene trattata come gli "occidentalisti" trattano qualunque argomento, ovvero come qualcosa per cui si deve pronunciarsi con un reciso favore o con una recisa contrarietà. Come al pallonaio, in tutte le circostanze gli "occidentalisti" non tollerano dubbi o mezze misure, tanto meno se motivate dalla curiosità intellettuale o -peggio che mai- dalla competenza.
Il testo della scritta è semplicissimo e conciso e non fa altro che ricordare al politicame "occidentalista" la poca presa che la sua propaganda ha, ha avuto ed avrà nella città di Firenze. La conclamata mediocrità dimostrata quotidiamente dalla servitù indigena, oggetto quotidiano di un dileggio che si ferma solo davanti alle porte delle redazioni, non costituisce, non ha costituito e non costituirà certo un aiuto in questo senso.

Lasciamo un momento Casaggì nelle secche in cui è andata finalmente ad incagliarsi per proprio esclusivo demerito, e passiamo invece a ricordare un esempio di comunicazione politica basata sulla discrezione, sull'argomentazione efficace e su affissioni poco invasive e poco fracassone, di cui avemmo modo di trattare nell'aprile del 2010.
Il centro storico di Firenze presenta ancora volantini e manifesti di cui è autrice l'indomabile e fantasiosa scena anarchica locale. Dai manifesti rossi affissi in solidarietà ad alcuni imputati in un processo, gli anarchici chiedevano:
Di cosa hai terrore?
Di perdere il lavoro col mutuo casa da pagare? O che la casa te la confischino per farci passare sopra l'autostrada, il tav o il ponte sullo Stretto? Di ammalarti e di non riuscire a curarti? Eppure prima dell'inceneritore non ti ammalavi mai... E l'ansia emergenziale e forcaiola dei giornali e dei politici, non ti terrorizza?
No, forse no. Forse hai il terrore delle scritte sui muri, di un concerto in piazza ma senza i permessi, di un volantino o di un corteo. Di uno stabile vuoto se lo occupano illegalmente, della gente che non vuole inceneritori, autostrade, galere; forse hai il terrore dello sberleffo all'autorità, dell'irrisione della politica, di chi sabota lo sfruttamento.
...A Firenze vanno a processo 19 anarchici accusati di "terrorismo" per una serie di azioni dimostrative, cortei non autorizzati, occupazioni. Intanto, politici, sbirri e giornalisti alimentano una campagna ossessiva che trasforma ogni diversità in minaccia, ogni telecamera in un'amica, ogni sovversivo in terrorista.
Chi ti terrorizza davvero?
Per noi terrorista è chi usa il terrore per controllare, reprimere, imporre a tutti i propri meschini interessi.
Terrorista è lo Stato.
In considerazione di tutto questo, auspichiamo nuovamente che Casaggì dichiari chiusa la propria esperienza politica, i cui risultati, irritanti, molesti, bambineschi e sostanzialmente offensivi sono sotto gli occhi di chiunque voglia vederli.
L'aspetto controproducente dell'attività di quei frequentatori di sottoscala dovrebbe da tempo essere finito all'attenzione del "partito" cui Casaggì non si vergogna di fare capo, e che da sempre è, logicamente, rappresentato a Firenze da servitorame capace di exploit anche più avvilenti di questo.
Stanti le consolidate prassi ivi adottate e la discreta sensibilità ai conti da pagare che è lecito attendersi in quello che ha tenuto molto a presentarsi come "partito azienda", non è neppure da escludere che le vicende di Casaggì non si chiudano in modo ancora più vergognoso, a mezzo di qualche perentorio intervento dall'alto.
I responsabili di Casaggì impieghino dunque in maniera costruttiva le loro risorse ed il loro tempo: radunino quanto prima i simpatizzanti e li conducano senza indugio alla Forca.
Intesa come la pizzeria di piazza Alberti.

Foibe, pensiline imbrattate Ataf denuncia gli attacchini

Il presidente dell'Ataf Bonaccorsi porta in Procura una denuncia contro ignoti per le pensiline tappezzate.
Il corteo sulle Foibe, promosso dai giovani di centrodestra, è fissato per il prossimo 5 febbraio.

La promozione dell'iniziativa "Foibe - Corteo contro i crimini del comunismo" – in programma sabato 5 febbraio e organizzata da Giovane Italia, Il Popolo delle Liberta e Casaggì Firenze - è passata anche attraverso l'imbrattamento delle pensiline Ataf che in alcuni casi sono state letteralmente ricoperte dai manifesti. Lo scorso 13 gennaio, numerose pensiline lungo i viali Amendola, Gramsci, Matteotti e Strozzi erano imbrattate di colla e manifesti dedicati al corteo sulle Foibe. 


Ataf ha quindi sporto denuncia alla Procura della Repubblica affinché i responsabili vengano individuati e puniti: formalmente la denuncia è contro ignoti, ma trovare l'autore del "tappezzamento" dovrebbe essere piuttosto facile visto che i promotori dell'iniziativa sulle foibe mettono la firma in calce ai manifesti. "Oltre ad aver coperto i manifesti pubblicitari che si trovavano legittimamente affissi, chi ha attaccato i cartelli per promuovere il corteo sulle Foibe ha completamente ricoperto di colla le pensiline, rendendole inservibili per i nostri passeggeri - dice il presidente di Ataf, Filippo Bonaccorsi - Abbiamo immediatamente chiesto l'intervento della ditta delle pulizie per staccare i manifesti e pulire i vetri dallo strato di colla".



"Vorrei a questo punto far notare al consigliere del Pdl Francesco Torselli che c'è ben poco da sorridere: le sue dichiarazioni rese alla stampa cittadina rispondendo all'assessore Mattei, che giustamente aveva chiesto maggior rispetto della città, lasciano perplessi. Non è questione di destra o di sinistra, la politica non c'entra proprio nulla: le affissioni abusive imbrattano le pensiline che sono di tutti, sono dei cittadini, sia di quelli che votano a destra sia di quelli che votano a sinistra”, prosegue Filippo Bonaccorsi. “Ataf è un'azienda pubblica, quindi sono i cittadini che pagano per avere le pensiline nuove, sono i cittadini che pagano per pulirle, sono i cittadini che si ritrovano ad aspettare l'autobus in un immondezzaio. Ripeto, non è un problema di partito ma di rispetto della cosa pubblica, cioè di tutti, anche i suoi elettori. Nel corso di quest'anno, Ataf ha spedito decine di denunce per le affissioni abusive, senza eccezioni: dai parrucchieri alle società di prestiti, dagli anarchici ai simpatizzanti di destra. E continueremo a farlo", conclude il presidente di Ataf.


martedì 18 gennaio 2011

Firenze. Casaggì rompa le righe e chiuda bottega.

Il 5 febbraio 2011 è prevista a Firenze una manifestazione autoreferenziale dell'"occidentalismo" di base.
Quella dell'"occidentalismo" di base è una realtà che senza affatto abbandonare le istanze bestiali ed infere che ne caratterizzano ogni azione ed ogni proposito, nell'ultimo anno ha buttato a mare un certo numero di simboli e di referenti. Tutto questo le ha permesso di aderire in blocco ad una campagna denigratrice esplicita ed ossessiva, rivolta contro l'individuo che non più tardi di quindici anni fa l'ha aiutata ad emergere in blocco dai sottoscala, quando non direttamente dalle fogne.
Ripercorrere la cronaca gazzettiera dell'ultimo anno aiuta ad inquadrare ancora meglio la mediocrità della servitù "occidentalista" e a tirare le somme sull'operato della compagine governativa che essa si fa vanto di sostenere.
L'unico risultato tangibile dell'azione politica "occidentalista" che ne emerge è rappresentato dallo riempimento delle galere, perseguito ad ogni costo e seconda logica conseguenza del clima di terrore amplificato con ogni mezzo nel corso degli ultimi dieci anni. La prima logica conseguenza di esso è stata invece la copiosa raccolta di suffragi in favore di individui di totale e cristallina incompetenza, sporchi in ogni senso ed abituati a comportarsi nelle massime sedi istituzionali di quello stato, e negli incontri con personalità rappresentanti di realtà meno sovvertite, come nessuno si azzarderebbe a fare nell'ultima delle spaghetterie.
La blindatura della rappresentanza politica in favore di elementi del genere ha reso anche la mera intenzione di partecipare in qualche modo alla "democrazia rappresentativa" qualche cosa di offensivo: perché mai individui rispettosi di se stessi dovrebbero inviare soggetti sulla cui competenza e della cui integrità non si hanno fondati dubbi, a sedere accanto a simili mangiatori di maccheroni?
Per essere completo, il quadro prevede ad ogni livello della società la sostituzione di competenze vere e proprie con propaganda pura e semplice, a partire dal mondo della formazione. L'operazione è routinaria: chi conosca anche a grandi linee la storia contemporanea sa che ad esempio, nelle prime fasi del Generalplan Ost, una delle preoccupazioni della sedicente élite nazionalsocialista fu quella di chiudere le università polacche e di avviare verso l'analfabetismo i sudditi del Governatorato Generale. L'"occidentalismo" di base, a Firenze come altrove, non ha certo i mezzi per agire su una scala anche solo lontanamente paragonabile, ed è costretto a limitarsi a saltuarie, servili ed irritanti operazioncelle di bassa delazione perfettamente rivelatrici della natura e delle inclinazioni di chi le porta a termine.
La costruzione di una "verità storica" basata sulle dicotomie da pallonaio -il pallone è e resta l'unica metafora che questi indossatori di vestitini alla moda riescono ad applicare alla categorizzazione della realtà- non ha a tutt'oggi conseguito grandi risultati: la proposizione diun tema di argomento storico su "la complessa vicenda del confine orientale" ha ottenuto ai cosiddetti "esami di 'Stato'" del 2010 il gradimento dello 0,6% dei candidati.
L'azione propagandistica "occidentalista" va avanti da diversi anni ed un risultato di questo genere avrebbe dovuto già indurre i suoi promotori a qualche riflessione, se la riflessione, in quell'immenso pallonaio metaforico che è la vita dell'"occidentalista" tipico, non fosse un'attività abitualmente esclusa.
Secondo la sua stessa propaganda, la gioventù "occidentalista" sarebbe commemoratrice unica di vicende postulate come "nazionalmente condivise", e soprattutto delle vittime e dei vittimi che gli strascichi conclusivi di una guerra mondiale -condotta in modo a dir poco mandolinesco da poteri, individui ed organizzazioni ancora oggi fittamente rappresentati nell'iconografia "occidentalista"- provocarono sul confine geografico orientale della penisola italiana.
Questa commemorazione è unica occasione annuale per un'uscita pubblica di Casaggì e dei suoi sostenitori, talmente sparuti che una insistita aneddotica che circola da qualche tempo non si pèrita di ridurli ad una sola persona. Casaggì fa da megafono al governo dello stato che occupa la penisola italiana e questa funzione si traduce nella diffusione acritica delle istanze della propaganda, localmente edulcorata con qualche proclama velleitario.
E ai proclami velleitari Casaggì è costretta a fermarsi. A carico del maggior partito "occidentalista" della penisola esiste da sempre una documentata casistica che ne attesta l'assoluta mancanza di collegialità e di decisioni condivise, e lo spiccato turnover di sostenitori ed elettorato passivo anche in epoche lontane dal crollo dei tesseramenti, nel luglio scorso valutati in trecento in tutta Firenze da parte degli stessi portavoce del "partito". In altri termini è sufficiente una parola di troppo per essere istantaneamente allontanati dal truogolo, e la cosa non è un mistero per nessuno. Sono tollerati quanti ostentino in pubblico ed in privato un atteggiamento in cui il servilismo menzognero e ciarliero, la cattiveria spicciola e la ripetizione ecoica delle parole d'ordine piovute dall'alto siano ammantate da un'ostentata condivisione delle abitudini, dei gusti e degli interessi personali del fondatore.
E qui cominciano i problemi.
Cominciano i problemi perché il fondatore del maggior partito "occidentalista" della penisola nel corso degli ultimi anni si è segnalato soprattutto per il modo, che potremmo difinire assai disinvolto, con cui è solito trascorrere il proprio tempo libero.
Casaggì per prima fornisce del materiale di un certo interesse. L'operazione vandalo-propagandistica del tredici gennaio 2011 le è valsa il risentimento di un certo Mattei e l'ha costretta ad un repentino cambio di registro, cui ha fatto probabile seguito una profondissima revisione dei propri programmi. L'assemblea di preparazione all'iniziativa era però stata abbastanza pubblicizzata.
Si viene a sapere dagli stessi interessati che ad essa hanno partecipato "vecchi militanti con un quindicennio di attivismo alle spalle, quadri intermedi, militanti di base e una trentina di ragazzi appena arrivati, il più grande dei quali non ha ancora diciotto anni".
Il più grande dei quali non ha ancora diciotto anni.
Su che età abbia la più grande delle quali non si hanno informazioni.
Al di là dei "punti di riferimento comunitari" che verranno loro proposti, su quale concetto abbiano dei minorenni -e soprattutto delle minorenni- ai massimi livelli del "partito" esiste una pubblicistica molto abbondante e molto chiara.
Sulla propensione dei subordinati ad imitare usi ed abitudini del vertice, anche.
Siano i nostri lettori a tirare le conclusioni che sembreranno loro più appropriate.

Il nostro auspicio è che Casaggì, presa tra padroni dalla condotta irriferibile (e sì che è andata a sceglierseli sua sponte, e proprio in tempo...), cause autoreferenziali e neglette (per non dire impopolari) e l'aperta ostilità di amministratori stanchi morti di tenere a bada da un anno all'altro una sterile conventicola di imbrattamuri, colga l'occasione per dichiarare conclusa la propria esperienza.

sabato 15 gennaio 2011

Firenze. Casaggì. Degrado, degrado, degrado e degrado. E anche insicurezza

Il 5 febbraio si dovrebbe tenere a Firenze una manifestazione politica cara all'"occidentalismo" più autoreferenziale, cui hanno anche invitato una che dicono ricopra -non si sa bene dove- l'inconcludente incarico di "ministro della gioventù".
L'"occidentalismo di base" fiorentino non deve godere di molta considerazione, visto che il mangiatore di risotto giallo invitato due mesi fa insieme ad un'esperta di islàmme ritenne opportuno non presenziare nemmeno, portando così la percentuale di defezioni tra gli ospiti "illustri" ad un rispettabile cinquanta per cento. La mortifera commemorazione di febbraio, di cui nessuno si cura, serve ai politici "occidentalista" per passare in rassegna il lavoro del servitorame locale, che da un anno all'altro gratifica i propri padroni di normalissime prove di inettitudine cialtrona.

La notte fra il dodici ed il tredici gennaio 2011 Firenze è stata tappezzata di manifesti. La solita affissione abusiva di grafiche mediocri. Solo che stavolta qualcuno l'ha presa appena un po' peggio del solito. In particolare la cosa non è piaciuta a tale Massimo Mattei,islamofobo tascabile e pubblico difensore degli arredi urbani che non ha fatto nomi ma ha accusato certi "occidentalisti" di "predicare bene e razzolare mano [sic]". Punto sul vivissimo, l'estimatore di Codreanu noto da anni ai nostri ben più che venticinque lettori si è difeso malamente. Probabile che dovesse saperne qualcosa, ed alla fine ha promesso che

...per evitare di essere accusati di cose che non rientrano nei nostri costumi, i nostri manifesti saranno consegnati alla pubblica affissione comunale.

Non rientrano nei loro costumi.
I non fiorentini devono sapere che l'"occidentalismo giovanile" fiorentino vivacchia esclusivamente di scritte nerastre e di affissioni abusive, documentabilissime senza alcuna fatica perché da anni ed anni ricorrenti nelle stesse posizioni.
In altre parole, gli "occidentalisti" di Firenze contribuiscono alacremente a quello stesso degrado che non si stancano mai di denunciare, ravvisandolo in qualsiasi cosa che si muova.
La "pubblica affissione comunale" farà fare comunque alla propaganda "occidentalista" la fine di ogni carne, e sarà grassa se i referenti citati sul materiale sparpagliato per tutta Firenze potranno evitare una di quelle maximulte con cui la politica "occidentalista" ha sanzionato tutti i comportamenti diversi da quelli di consumo.
In ogni modo l'alacre lavoro di attacchinaggio notturno, seguìto ad una certa riunione convocata praticamente apposta, avrebbe avuto per lo meno diritto ad un riconoscimento.
Provvediamo noi, dal momento che i toni roboanti di certa comunicazione politica abbiamo imparato a conoscerli piuttosto bene.

SIAMO IN TRINCEA! CASAGGì INCARTA FIRENZE E SI PREPARA AL CORTEO DEL 5 FEBBRAIO...

Per fortuna, in quessta città di morti viventi, c'è ancora qualcuno che smuove le acque.
Questa notte duemila manifesti hanno letteralmente incartato la città.
La mobilitazione pre-corteo, per i martiri delle foibe, procede con fanatica perfezione e con un entusiasmo mai riscontrato prima. Gente che prende libero a lavoro per attaccare i manifesti, gente che fa forca a scuola per fare un volantinaggio, gente che ha preso ferie per dare una mano a pieno regime nei giorni che precederanno l'evento. In più, oltre a questo, la presenza fisica di una marea di militanti, molti dei quali alle prese con le loro prime attività, che da qui all'estate daranno un bello scossone a queste strade.
Siamo in trincea, insomma.





Ecco fatto; il risultato è talmente verosimile che potrebbe benissimo figurare tra gli scritti di Casaggì, organizzazione "occidentalista"specializzata in prese in giro i cui aderenti e simpatizzanti, in una trincea vera e propria, avrebbero costituito garanzia di rotta assicurata dopo i primi sei secondi di fuoco d'artiglieria.

Nelle stesse ore l'"occidentalista" estimatore di Himmler Don Virgilio Annetti dava poco lontano il suo piccolo contributo alla cultura della retromarcia.
Ah, le radici cristiane dell'"Occidente"...

Moschea a Firenze. Mario Razzanelli (Lega Nord Toscana): "E' necessario riflettere prima di costruirla".



Mario Razzanelli è un ondivago micropolitico fiorentino; Nella lotta antitramvia, conclusasi con una débacle, ha dato il meglio di sé con eroico sprezzo del ridicolo.
Non si è arreso mai. Neppure davanti all'evidenza.
Poi ha pensato bene di abbracciare la causa dell'islamofobia variante toscochiantigiana, ossia l'antislàmme.
Purtroppo per lui, è arrivato abbastanza tardi. L'antislàmme ha perso nel 2006 -ovviamente nell'indifferenza generale- il suo principale referente, e rischia di appassire sotto il peso stesso delle proprie menzogne, rimaste senza megafoni adeguati.
La cosa è grave perché a Firenze l"occidentalismo" da pollaio incarnato dai ciarlatori della Lega Nord rischia di soffocare un'altra volta nella culla, proprio nel momento in cui potrebbe espandersi a macchia d'olio contendendo voti e scranne alla maggior formazione "occidentalista" della penisola, rappresentata in loco da autentici zeri spaccati ed impegnata più a difendere l'indifendibile modo che il suo fondatore ha di trascorrere le proprie nottate che non a far finta di occuparsi del destino del territorio dominato.
Tocca dunque inventarsi qualche cosa, ed anche alla svelta.
Il 14 gennaio 2011 un comunicato stampa va a denunciare l'intollerabile situazione in cui è venuto a trovarsi un individuo conculcato dalla malvagità metafisica dell'islàmme e colpevole di aver suscitato a mezzo stampa le ire di un'organizzazione il cui braccio combattente conta alcune migliaia di armati, per tacere dei razzi a corto raggio e dell'artiglieria.
Di un "giornalista di Televideo Rai" di nome Nello Rega, veniamo a sapere che a causa di un certo libro sarebbe oggetto da due anni di"minacce da parte del gruppo integralista Hezbollah e recentemente scampato a un attentato".
Nulla vieta di considerare concreto il pericolo e concretissime le minacce ricevute, secondo la denuncia del preoccupatissimo Razzanelli. Dunque dobbiamo trarre alcune conclusioni.
Hezbollah avrebbe quattro avversari.
1) Gli Stati uniti d'AmeriKKKa.
2) Lo stato sionista.
3) L'Arabia Saudita.
4) Nello Rega, giornalista di Televideo Rai.
Sui primi tre fronti non si registra oggi nulla di significativo. Dunque il quarto fronte deve essere l'unico sul quale sono in pieno corso attività militari. E le cose devono andare anche molto male per Hezbollah, perché i combattenti che hanno tenuto testa per più di un mese alle forze armate sioniste sono da due anni sotto scacco nello scontro con Nello Rega.
“Da oltre trent’anni – dichiara Razzanelli – ho contatto col mondo islamico grazie a una famiglia di amici musulmani, che vivono a Lahore in Pakistan: loro stessi sono fortemente preoccupati del peggioramento della situazione nel loro Paese.
Da oltre trent'anni chi scrive ha contatto col mondo protestante grazie ad una famiglia di amici evangelici, che vivono a Pontedera: loro stessi sono fortemente preoccupati del peggioramento della situazione nel loro Paese.
E ne hanno ben d'onde.

Lasciamo Mario Razzanelli alla sua profonda conoscenza di dar al'Islam e prendiamo in considerazione quanto asserito da Rega nella stessa occasione.
Il problema dell’Islam – afferma Rega – non è di destra né di sinistra, bensì è una questione di civiltà. Certi principi dell’Islam sono assolutamente contrari alla nostra Costituzione: penso a poligamia, lapidazioni, infibulazione”. Quanto alla possibile integrazione dell’Islam con la nostra cultura, Rega ha dichiarato che “in questo momento è difficile perché stanno prevalendo gli integralisti, coloro che hanno per riferimento i libri sacri. Occorrerebbe, invece, tenere in maggiore considerazione le dichiarazioni dei diritti dell’uomo approvate dall’ONU e da altre organizzazioni internazionali".
L'Islam non tiene un registro dei credenti e dunque non si possono fare cifre senza correre il grosso rischio di tirare a caso. Se comunque consideriamo almeno un miliardo e mezzo di "credenti" -o almeno da considerare come tali quando si pianifica l'esportazione di democrazia a mezzo bombe intelligenti, o a mezzo droni teleguidati come va di moda da qualche tempo- dobbiamo concluderne che una percentuale a due cifre della popolazione terrestre si caratterizza per la tendenza a sposare più di una donna. E questo non va bene, perché in "Occidente" sono ammessi solo i matrimoni in serie, mai quelli in parallelo. Per i matrimoni in parallelo si usano altri nomi, e tra i campioni della disciplina figurano moltissimi tra i massimi vertici politici e rappresentativi di paesi sovrani.
Ma non basta. Tutte queste persone trascorrerebbero il loro tempo assistendo a lapidazioni -più che rimanendone vittime, altrimenti avremmo una decrescita demografica repentina- ed infibulando qualunque essere femminile su cui riescano a mettere le mani.
Una descrizione della realtà improntata ad una maturita e ad una competenza veramente rimarchevoli.
Sono almeno dieci anni che l'"occidentalismo" avalla i "diritti dell'uomo" sottoforma di bombe ad alto potenziale. Rispetto alla cialtroneria a tutta prova con cui il politicame ed il gazzettismo "occidentali" hanno per anni appoggiato con un tifo da pallonaio le peggiori oscenità perpetrate in nome (forse) della ripulitura del mondo, il prezzo da essi pagato può ritenersi praticamente nullo.
Si sarà capito che davanti a certe prese di posizione è difficile conservare un minimo di serietà. La cosa si fa ancora più evidente se si legge per esteso Quando Hezbollah dichiarò guerra alla BasilicataIn cui incontriamo Nello Rega, il Dirupo d’Oro, vari proiettili e numerosi militari, nonché pratiche erotiche lucane, e scopriamo anche la colpevole., pubblicato da Miguel Martinez sul suo blog.
Lo scritto getta una luce interessantissima su Nello Rega e sulle sue traversie, e lo fa nel più sempice dei modi, ovveroricontestualizzandone le vicende. In questo modo anche i lettori fiorentini, non solo quelli lucani, potranno inquadrare nel migliore dei modi il signor Rega ed il suo libro, lettura quotidiana e fonte di ispirazione per un numero tanto alto di persone da da aver attirato l'attenzione di Hasan Nasr Allah in persona.

Sulla moschea a Firenze da parte nostra abbiamo già riflettuto quanto bastava ed anche con una certa chiarezza.
Ripetiamo ancora una volta quanto abbiamo sempre sostenuto.
L'area adatta è quella di piazza Ghiberti, previo abbattimento (se possibile eseguito con tecniche spettacolari) del brutto edificio che ne ingombra il lato orientale e che ospita a tutt'oggi una gazzettina dalle performances sempre meno commentabili. La costruzione dovrebbe avvenire con denaro pubblico esplicitamente distolto da spese militari e/o di "sicurezza", ed essere coronato dalla realizzazione di un edificio degno della città di Firenze, per il quale il "ritorno al 1523" con cui si sono espressi pareri negativi circa il progetto di david Napolitano dovrebbe se mai costituire un punto di forza insieme alla sua collocazione centralissima.
Su Cantuale Antonianum, un blog che si occupa più di discussione, ricerca e diffusione della tradizione teologica, liturgica, musicale e artistica, patrimonio spirituale della chiesa di ieri, di oggi e di domani che non di rabbia ed orgoglio o di ateismo devoto, il progetto di Napolitano ha ricevuto buone critiche. E confronti impietosi con molti edifici destinati al culto cattolico edificati negli ultimi anni.
Il modello che proponemmo alcuni anni fa, da parte nostra, è quello della Behram paşa, nella città curda di Diyarbakir. Rispetto a quanto proponevamo allora un passo considerevole è stato fatto, perché la pensilina degli autobus costruita nel 1990 di cui auspicavamo la demolizione è effettivamente incorsa in tale destino.
Questo lascia ben sperare per le prossime mosse.

martedì 11 gennaio 2011

è arrivata SOTTOSCALAGGì

Gennaio 2011. Una gatta nera dalla discreta memoria (e dalle discrete competenze in lingua e cultura gaelica, che male non fanno)ci fa pervenire quanto segue.



You are now entering free Derry nel 2005.


Iù ar entering free cavarcavia dell'Affriho nel 2011.

Parapappà zum zum! Tarapùm tarapàm, finarmente ci siàm! Dopo una lunga attesa durata ben otto mesi (e diho poho!), i nostri ineguagliabili, incommensurabili e anche un po' invisibiligggggiovinotti ribelli & non conformi di Casaggì hanno finalmente trovato il loro Bogside. Dev'essere stato senz'altro untrasloco lungo e faticoso, come già documentato da questo blog, ma alla fine i PDN® (Pargoletti Del Nano) hanno trovato un'adeguata nuova sede per il loro Centro Sociale di Merda; ne danno notizia, in pompa magna, sul loro blogghettone, e con tanto di "fiume in piena". Stiano attenti però coi fiumi e con le piene, visto dove si sono trasferiti:

4 novembre 1966: il Bogside di piazza Alberti
sotto un par di metri d'acqua

Insomma, suvvìa: Fra' Silvestro Maruffi tira un sospiro di sollievo (e iddìo solo sa se ne ha bisogno, povero cristo, che oltre a essere stato bruciato assieme al Savonarola gli è toccato anche sorbirsi per qualche anno i' Torse, i' Donze e i loro fùrgidi ribelli), e ora sono cazzi del povero Lorenzo di Credi, onestissimo e innocente pittore rinascimentale, al quale sembra non venga risparmiato neppure uno spregio. Prima gli dedicano una via seppellendola letteralmente sotto un cavalcavia, poi lo fanno affogare nell'acqua, nel fango e nella nafta, e infine gli ci mettono pure i gggggiovinotti del Bogside. Fossi in lui, mi dimetterei da pittore e me ne andrei altrove.


Pietro Vannucci, detto il Perugino: Ritratto di Lorenzo di Credi

Dopo cotanto preambolo, è però bene andare a vedere dove si sono sistemati i nostri amiconi; sì, perché tutto si può dire della nuova sede di Casaggì fuorché non sia davvero non conforme. Soprattutto non conforme alla logica, come spesso ci hanno abituato i gggggiovinotti. Partiamo con un'immagine di questa oramai famosa via Lorenzo di Credi:


Trattasi, come si può vedere, di strada letteralmente infognata tra il cavalcavia più trafficato della città e la ferrovia per Roma: per uscirne, l'unico modo è appunto passare sotto il cavalcavia. Certo che, come Bogside, il Cavalcavia dell'Affrico non è il massimo. Ci passeranno sopra circa duecentomila automezzi al giorno, appestando l'aria e costringendo gli abitanti della povera via Lorenzo di Credi, ribelli o meno, a non aprire mai le finestre pena l'asfissia immediata; oltretutto, le virili & possenti italiche voci dei ggggiovini ne risulterebbero del tutto inaudibili, considerando anche i treni che sferragliano a cadenza discretamente fitta. Senza contare che, data la posizione di codesto Bogside qua, non dico l'esercito della Regina ma persino una banda di ragazzini con le fionde potrebbe provocare un massacro solo tappando il sottocavalcavia. Altro che Bloody Sunday, questi qui si sono andati a intafognare in un posto senza via di scampo! E se poi tornasse l'alluvione a fare, lei sì per davvero, il fiume in piena...?

Però va detto che, almeno in una cosa, i nostri ggggiovinotti si sono premuniti. In via Maruffi avevano al massimo qualche barretto; qui, invece, e proprio in via Lorenzo di Credi, hanno addirittura unristorante. Che, però, quanto a nome non è propriamente beneaugurante:



Riassumiamo. Ubicazione in luogo amenissimo, tra una ferrovia e un cavalcavia puzzolente e congestionato; costante chiusura delle finestre (doppie, si presume); insomma, peggio di un ripostiglio. Altro che "casa", questo qui sembra un sottoscala. Annuncio quindi che, d'ora in avanti, sarà d'uopo riferirsi al Centro sociale di destra comeSottoscalaggì.

Come se non bastasse, pure il ristorante La Forca; magari, e ne sono convinto, è ottimo. Però immaginate un po' i gggiovinotti che, prima di un'oceanica assemblea a fiumi, di una battaglia contro gli scagnozzi della Regina, di un convegno su Codreanu, di una frignatina dai questurini, di un happening con la Meloni (i celebri meloni del Bogside) o di un invito ribellissimo a votare per Papi, si dicano: dai, su, camerati...prima andiamo alla Forca!



Nella foto: Un gruppo di camerati, a dire il vero non più gggggiovanissimi, si prepara a andare al ristorante

(Pare però che i' Torse, prima della storica inaugurazione del 5 febbraio prossimo, in concomitanza con l'annuale PD3GIVM - Passeggiatina De' 3 Grulli In Viale Milton - stia tentando di convincere il titolare del ristorante a cambiarne il nome in La Foiba. La spesa sarebbe d'altronde minima: basterebbe sostituire due lettere, R C conI B).

venerdì 7 gennaio 2011

Il ritorno dei ggggiooooovani (dopo una assenza di almeno otto mesi)



Casaggì Firenze torna ad imbrattare i muri della città e a tentare di aggregare poco più di tre gatti, dopo una “pausa di riflessione” che definire non conforme, forse, non renderebbe nemmeno l’idea. Infatti le nostre ultime attività risalgono al lontano aprile 2010 quando, con i soliti tre gatti al seguito, siamo andati a fare una capatina a Trespiano per deporre un fiore sulla tomba dei nostri nonni fascisti (loro sì che erano dei non conformi, mica come noi).
Con l’inizio del 2011 si spera di riaprire bottega, si serrano le fila e si riparte in quarta con le solite cazzate di sempre: gare di rutti, pro 2011 a i’play 3 dahane e le immancabili storie sull’Irlanda d’ì Torse.

La nuova sede del nostro “centro sociale di merda”, dopo essere stati CACCIATI da via Maruffi poichè non pagavamo più l’affitto, è in fase di allestimento e di ristrutturazione: uno spazio grande, isolato e accanto alla ferrovia, così nel caso dovessimo darcela a gambe o fossimo presi dalla disperazione, sapremmo subito cosa fare……Lo stiamo trasformando, da questa estate (perché dopo lo strappo con Fini qui mica siamo rimasti in molti eh..), nel solito luogo identitario e non conforme di sempre dove faremo le solite gare a suon di cinghiate ribelli. Lo avevamo promesso e siamo stati di parola: co ì Torse n’ì consiglio comunale e co ì’ Donze in regione e un ci poteha essere ì’ verso di non trovare i soldi per affittare un capannone d’ì genere. Come sempre, paga tutto ì’ Pdl…

La nuova Casaggì sarà presentata al pubblico dopo la solita roba sulla foibe. L’unico appuntamento che, in un anno, Casaggì e Giovane Italia, unita nelle sue anime e nelle sue realtà, riescono ad organizzare a Firenze. All’evento, quest’anno, sono state invitate anche personalità politiche di indubbia incompetenza e non conformità, prima su tutti e tra i tanti il Ministro della Gioventù GIORGIA MELONI, quella che ha piacere ad essere stata nominata ministro da un settantaquattrenne che va a letto con ragazze minorenni.

Per programmare al meglio le attività di propaganda e organizzazione per la rimpatriata di febbraio e per il seguente lancio della nuova Casaggì, abbiamo convocato una riunione aperta ai ggggiooooovani più attivi. DOMENICA 9 GENNAIO ALLE 23,30 ci troviamo presso la nuova sede di via la merda da Firenze.

Ave camerati, pochi sguardi nostri distruggeranno l’aurora.
Qui si fa sul serio, mica siamo a palazzo grazioli.

Casaggì Firenze, centro sociale di merda
con Azzzione Giooooooooovani – Giooooooooovane Italia, Azzione Studentesha – msn ( Movimento servi del nano)

sabato 1 gennaio 2011

Saverio Tommasi, Casaggì, Terza Posizione e un certo manifesto


Firenze. Nel dicembre 2010 Casaggì rappresenta i sempre più evanescenti resti di un lungo (e costosissimo) tentativo di raccogliere una sorta di "base giovanile" in grado di attirare qualche voto verso un "occidentalismo" politico di cui Firenze continua a non voler sentir parlare.
I motivi di questo fallimento, conclamato ed evidente, sono noti e per intero ascrivibili non soltanto alla tetra repellenza che l"occidentalismo" politico deve ispirare a chiunque conservi un minimo residuo di cognizione di causa e di rispetto per se stesso, ma anche e soprattutto ai livelli, assai meno che mediocri in ogni campo, che sono tipici da generazioni del politicame "occidentalista" prodotto dalla società fiorentina.
L'elettorato passivo "occidentalista" è, a Firenze più che altrove, costituito pressoché per intero da mangiatori di spaghetti, scarti di anticamera, buoni a nulla coi vestiti che costano tanto, sfogliatori di riviste pornografiche ed antologizzatori di ciarle da bar. Non competenza o cognizione di causa sono ad esso richieste, ma faccia tosta, propensione alla delazione, ubbidienza servile, coltivazione paziente dei concetti base della propaganda e mutuo rapporto con gli imbrattacarte del gazzettaio, in modo che le menzogne del politicame e quelle del giornalettisti si sostengano e conferiscano credibilità a vicenda.
I risultati non sono gran che. Nonostante sia in funzione da anni ed anni questa kombinacija non ha aumentato di un pelo la rappresentatività e l'autorevolezza "occidentalista" nei pubblici consessi ed ha visto naufragare nell'indifferenza generale molti dei mass media cui gli "occidentalisti" si appoggiano, e nei quali vegetano personaggi da avanspettacolo che riescono ad apparire inaffidabili anche quando "ragionano" di pallone, pallonamenti, pallonaggi e palloneria.
Un macchinario dal funzionamento più che collaudato entra in azione ogni volta che -per puro caso- nell'elettorato passivo riesca a spiccare qualche individuo che non corrisponda ai tratti qui riassunti, e che pure viene reclutato in occasione delle scadenze elettorali confidando in una presentabilità ed in una "civicità" che riescano, per qualche magico motivo, ad estendersi anche al resto della compagine.
Per rimanere stritolati dalla conventicola di delatori incompetenti che fa finta di reggere le sorti dell'"occidentalismo" fiorentino non occorre neppure pestare i calli a qualche collega di truogolo: è sufficiente esulare dalla palloneria. Il pallonaio fornisce all'"occidentalismo" il linguaggio e le metafore dicotomiche con cui esso interpreta -ed alle quali riduce- tutto il resto del reale: qualunque altra concezione del mondo, cui necessitino per forza di cose un minimo di curiosità o di competenza, viene abitualmente derubricata aterrorismo.
L'"occidentalismo" fiorentino fornisce rappresentatività all'elettorato attivo più integrato nei "valori" da esso propugnati tramite una veicolazione quotidiana e capillare di una pratica politica così strutturata. Questo elettorato attivo finisce ovviamente per coincidere coi settori più immondi, incompetenti, impresentabili e schifosi del corpo sociale nel suo complesso. Quelli che in "Occidente" vengono definiti "maggioranza silenziosa" e che silenziosa non è affatto dal momento che sporca il mondo intero con le proprie ciarle da quindicenni viziate.
Yankee onorari, putridi anche moralmente.
Le recenti vicissitudini della principale formazione politica "occidentalista" della penisola hanno prodotto anche in città edificanti esempi di piccinerie, vendettucce ed altre sincere testimonianze di quali siano gli interessi ed i valori dell'"occidentalismo" contemporaneo; qualcuno si è curato anche di pubblicare una fotografia che attesta un esempio macroscopico del caso. In alte sfere si ricorre a femmine poco vestite, linciaggi mediatici e maneggi di denaro; a livelli più bassi ci si accontenta di minacciare qualche coltellata, come d'uso corrente negli scambi di cortesie tra razzumaglia palloniera.

Nel dicembre 2010 uno dei blog riferibili a Casaggì ha avuto l'idea di pubblicare "un manifesto" sul "solstizio d'inverno".
La cosa si inserisce alla perfezione nel filone delle produzioni propagandistiche di casaggì, molto giustamentederubricate in blocco a presa in giro anche dagli osservatori meno propensi ad infierire.
Un "manifesto" è qualcosa che si attacca, possibilmente a superfici verticali visibili. La propensione "occidentalista" all'affissione abusiva è risaputa e documentata, ma di questo "manifesto" non siamo riusciti a vedere in giro una sola copia: un motivo in più per considerare finalmente evanescenti certe esperienze politiche, fin dal loro abbozzo destinate ad occupare il settore che sta tra il superfluo ed il dannoso.
In secondo luogo, nonostante giuri il contrario, Casaggì è organica ad un partito "occidentalista" (fondato da un anziano frequentatore di minorenni) che asserisce di tenere oltremodo alla tutela delle "radici cristiane" della "civiltà occidentale". Per tenere insieme un fondamento teorico di questo genere ed una pratica politica basata su comportamenti diametralmente opposti a quelli auspicati da qualunque monoteismo non ci si è peritati di inventare barzellette come quella dell'"ateismo devoto", additandone la ridicola pattuglia dei propugnatori come esempi da seguire pena la cacciata da ogni civile consesso. Celebrare una sedicente ricorrenza pagana, peraltro ben attestata nei residuali ambienti del nazionalsocialismo europeo cui certi "occidentalisti" fiorentini non fanno mistero alcuno di ispirarsi, apparirebbe contraddittorio a chiunque fosse fornito di una minore faccia tosta.

La cosa non è piaciuta a Saverio Tommasi, un regista ed interprete di tutt'altro orientamento politico.
Tommasi ha avuto l'idea di dedicare alla questione uno scritto fin troppo educato e composto. Con pochissima fatica ed ancor minore impegno documentale ricorda con esso ai lettori quali siano ispiratori e mèntori dell'"occidentalismo" giovanile di Firenze. Fin qui nulla di nuovo: se vogliamo fare un esempio, da anni è nota la stima ostentata da Casaggì nei confronti di Corneliu Zelea Codreanu. Il fatto che la marmaglia "occidentalista" debba i propri più recenti successi eelettorali ad un'ossessiva campagna di demonizzazione dei "rumeni" nella loro interezza fornisce l'ennesima conferma della costante propensione di questa gente alla malafede abituale ed alla presa in giro sistematica.
La pratica politica "occidentalista" è coessenziale alla menzogna, come tutto ciò che origina dal Lapidato.
Lo scritto di Tommasi ha avuto un effetto costruttivo e prevedibile. Messa per l'ennesima volta davanti all'evidenza dei propri referenti meno presentabili citati per nome e cognome, Casaggì ha pensato bene di peggiorare le cose producendo il raffazzonato giustificativo presentato in screenshot.
Un giustificativo che si inserisce nel consueto filone della presa in giro abituale, e non certo per un solo motivo: i motivi per sghignazzarne sarebbero almeno uno per ogni paragrafo, ed è giocoforza soffermarsi sui più rilevanti.
Nel dicembre 2010 perfino ai livelli più alti della formazione politica "occidentalista" cui Casaggì fa capo è arrivato qualche sentore dell'abisso che separa la classe politicante dai sudditi: per tentare di rimediare e per farla una buona volta finita con un dissenso costante che comincia appena fuori dal giornalame e dalle televisioncine, uno con la cravatta di nome Maurizio Gasparri ha avuto l'idea di auspicare il ricorso all'arresto preventivo. Pare tra l'altro che nel farlo abbia sbagliato la data del precedente cui intendeva riferirsi, riuscendo naturalmente ad apparire cialtrone prima e ancora che forcaiolo, com'è prassi abituale per simili individui.
Casaggì è commensale di un individuo del genere. E non trova minimamente in contrasto con questo particolare non da poco il lamentare la miserrima fine dei propri referenti ideologici colpiti dalla repressione e dalla gendarmeria prima e ancora che dagli avversari politici.
Le dichiarazioni di questo Gasparri non sono affatto un incidente di percorso. Sono l'auspicio deliberato di un'epoca di repressione ancora più sistematica, in cui si riconosce in blocco l'elettorato attivo "occidentalista", per il quale un cranio fracassato ha un valore minore di una vetrina imbrattata. E' interessante notare che in occasione delle quotidiane campagne denigratorie contro la Repubblica Islamica dell'Iran qualche "occidentalista" con la cravatta pronto a denunciare gli orrori della repressione non manca mai: viene da pensare che a monte di questo atteggiamento non vi sia altro che l'invidia.
Casaggì afferma di "non fare apologia della violenza politica"... cosa che non le vieta di esprimere incompetenti e cialtrone simpatie per la lotta armata, puntualmente dileggiate come meritano. Pare di capire che, così come le manifestazioni di piazza sono lodevoli solo quando si svolgono a Tehran, allo stesso modo certi sistemi sono condivisibili purché il loro utilizzo si limiti a Belfast o a Gaza.
La disumanità "occidentalista", al pari della malafede menzognera, non ha molti limiti. A Firenze il corpo di un manifestante a terra con gli intestini strappati via da un proiettile di grosso calibro farebbe al massimo produrre a qualcuno di questi mangioni il solito comunicato stampa su i'ddegrado e la'nsihurézza, o magari sul cattivo gusto di uno spettacolo che ha rovinato una giornata di shopping nei negozi per corpivendole costose che impestano certe zone del centro storico.
Difficile trattenersi dall'infierire ulteriormente: i servi, sciocchi o volenterosi che siano, fanno di solito questo effetto.
In ultimo, Casaggì lamenta della scarsa considerazione data alle giovani vittime della guerra civile a bassa intensità che ha caratterizzato la penisola italiana durante gli anni Settanta dello scorso secolo, rimasti per lo più senza ricordi toponomastici.
In considerazione di quello che è toccato a Jan Palach, ai "martiri" delle foibe e agli insorti d'Ungheria, non è detto che sia un male.