sabato 17 luglio 2010

I muri di Firenze. "Occidentalisti" da manifesto ed "occidentalisti" da scritta

Nel luglio 2010 una passeggiata per il quartiere fiorentino di Gavinana permette di apprezzare -o meglio, di disprezzare- due tra i livelli di dispiegamento della propaganda "occidentalista": quello partitico locale e quello dei servi della base.

La foto qui sopra ritrae un manifesto oggetto di presentazioni gazzettiere e, a detta della committenza, denotante un certo impegno documentale. Essendo la propaganda di questi mangiatori di maccheroni una tra le cose più distanti dalla realtà di cui abbiamo mai avuto contezza, le cose sono ovviamente andate in maniera del tutto opposta ed il manifesto del "fallimento Renzi" è finito attaccato sulle cantonate meno visibili. Se ne disprezzino comunque la grafica fracassona e l'inconsistenza delle istanze: "Aumenti tariffari, spese folli, traffico caos, buche eterne, sihurezza colabrodo, aeroporto bloccato" e soprattutto "cittadella viola svanita".
Degli aumenti tariffari non ci siamo accorti e delle spese folli neppure; il fatto di non trarre alcun reddito di posizione dalla frequentazione di greppie pubbliche probabilmente ci esime anche da quel clima di gelosie velenose che per quanto possiamo ricordare connota solo le classi femminili nelle scuole superiori e gli ambienti della politica istituzionale. Ragion per cui se proprio dovessimo citare una spesa folle, la prima che ci verrebbe in mente sarebbe il miliardo di euro con cui il governo dello stato che occupa la penisola italiana sta mantenendo migliaia di armati per contribuire all'occupazione dell'Afghanistan.
La situazione del traffico, in considerazione della meravigliosa prova che l'applicazione pratica delle logiche del libero mercato sta fornendo a tutti coloro che dal 2004 ad oggi si trovano a percorrere il tratto fiorentino dell'Autostrada A1, rappresenta uno di quei potenziali boomerang che il propagandista politicante dovrebbe maneggiare con la massima attenzione.
L'amministrazione comunale sta procedendo entusiasta nella militarizzazione della vita sociale secondo le direttive "occidentaliste" più ebefreniche, ed il rimando ad una sihurezza postulata colabrodo solo da questo manifestino suona più come uno riempitivo che altro.
Cosa volete che importi dell'aeroporto a gente per la quale un biglietto di treno -mezzo i cui utenti vengono sistematicamente presi in giro da decenni- rappresenta già una spesa da affrontare con attenzione?
E di quell'osceno fòmite di tresche, malaffari, accomodamenti e guapparìa chiamato pallone? Cui prodest una "cittadella viola", qualunque cosa sia? Il palloname e quello che ci vegeta sopra rappresentano dei circenses il cui appeal sta segnando il passo da anni, vittima da una parte di una mercificazione senza più alcun freno e dall'altra della militarizzazione del pallonaio reale e della tariffazione del pallonaio virtuale. Allargare ulteriormente il giro dei debiti, dei favorini e delle manovrine sottobanco di cui è irto l'ambiente interessa solo alla marmaglia "occidentalista", talmente palloneggiante, pallonistica e palloniera da aver candidato un ex palloniere, spedito sotto il sole di luglio a verificare di persona i progressi del restauro di un pallonaio.
L'"occidentalismo", a livello partitico locale, propaganda una weltanschauung fatta di controllo sociale paranoico e delatorio, di palloni, palloneggi, pallonisti e pallonate, e di consumi che solo una sempre più ristretta élite può pensare di permettersi. Il tutto mentre il piddì con la elle, cui si deve una comunicazione politica tanto efficace, vive invece una realtà quotidiana fatta di lotte a coltello, gelosie, pugni sul tavolo e tracolli veri e propri. Sedi chiuse, vertici locali decapitati dall'alto, vendette trasversali, pestar di piedi, piccinerie, litigi, commedie, capricci e piagnistei di ogni genere in un ribollire di fazioncelle, cene tra intimi ed altra roba del genere.
Detto in altri termini, si stanno ammazzando a coltellate.
Non che abbiano mai smesso, peraltro.
In tutto questo non c'è nulla che tocchi l'essenza della pratica politica "occidentalista", fatta di menzogne spudorate, di allarmismo da tre soldi e di un sordido e magnaccesco atteggiamento delatorio che fanno sì che un politicante "occidentalista" lasci dietro di sé una scia di sporco qualunque sia l'àmbito della vita pubblica in cui si arroga il diritto di intervenire.



Meno costretta al rispetto delle convenienze, la base riesce invece, com'è logico, a veicolare istanze anche più rivelatrici.
La scritta originale, fantasiosamente e maldestramente corretta da chissà chi, diceva "+ tette - zecche". Nel gergo "occidentalista" in voga tra i diciassettenni bocciati a scuola che disegnano svastiche sulle panchine, le "zecche" dovrebbero essere i militanti di "sinistra". A Firenze la situazione ed i rapporti numerici sono ancora tali che questo appellativo viene utilizzato esclusivamente sui muri o da prudentissima distanza di sicurezza, ed è dovere civico di ogni individuo consapevole fare in modo che la situazione non cambi; la scritta è tuttavia interessante perché mostra come la pur profonda condivisione di "valori" tra i buoni a nulla della base politica e gli scaldatori di poltrone dell'"occidentalismo" locale conti su una relativa specializzazione propagandistica e pratica; se un poltronista istituzionale si occupa pressoché a tempo pieno di pallone, nulla impedisce ad un imbrattatore di pareti di occuparsi di carne femminile.
Più in là non ci vanno, né all'uno né all'altro grado.
Le sedi disputate alla celebrazione di un terzo elemento unificante, essendo il quarto rappresentato dai maccaruna c'a'pummarola 'n coppa, sono invece democraticamente aperte ad "occidentalisti" di entrambi i livelli: selection at the door, privé solo soci e nomi in lista.

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